di Stefano Araújo
A inizio marzo 2023, l’Amministrazione Biden ha deciso di reinserire Cuba nella blacklist degli stati che sponsorizzano il terrorismo. Questa ennesima misura unilaterale reca ulteriore danno a un paese che già soffre da decenni a causa del criminale embargo nordamericano, conosciuto anche come “bloqueo”.
Con la scusa del fatto che vi sarebbero a Cuba rappresentanti dell’Esercito di Liberazione Nazionale Colombiano, movimento considerato terrorista da più stati occidentali, che si trovano appunto nell’isola dei caraibi per negoziare gli accordi di pace col governo colombiano, ora guidato dal progressista Gustavo Petro – il quale ha definito Cuba una terra di Pace – l’amministrazione nordamericana, sulla scia di quanto fatto da Trump verso la fine del suo mandato, ha deciso di reintrodurre Cuba in questa infausta “blacklist” senza alcuna prova concreta che il governo cubano sostenga attivamente movimenti terroristici. In realtà, ci troviamo davanti al tentativo goffo di giustificare con ogni mezzo il blocco economico decennale contro Cuba.
Questa azione aggrava ulteriormente la situazione di perenne crisi che l’isola vive da decenni. Dal momento che Cuba viene inserita quale sponsor del terrorismo, vengono adottate ulteriori gravose misure di vario tipo. Ad esempio gli aiuti umanitari vengono bloccati; le aziende nordamericane, coinvolte in attività permesse dall’embargo, non possono più interagire con Cuba, le persone che hanno visitato o che sono state nell’isola devono seguire un iter più gravoso e oneroso per ottenere un visto per entrare negli Stati Uniti; i conti di molti cubani all’estero possono e vengono bloccati dagli istituti bancari internazionali perché considerati “a rischio”; tutti i programmi di cooperazione e ricerca scientifica tra Cuba e gli States sono stati bloccati. Tutte queste misure hanno delle consequenze enormi dal punto di vista umanitario e finanziario. Il tutto senza alcun straccio di prova che Cuba sia una terra che sostiene il terrorismo.
Divertente è notare che uno dei paesi che più hanno sostenuto gruppi terroristi per le proprie ambizioni geopolitiche – si ricordi il caso storico del sostegno ai Talebani e a Bin-Laden in funzione anti-sovietica in Afghanistan – ora accusi la piccola isola di essere promotore del terrorismo internazionale.
È il momento che si denunci questo ennesimo crimine dell’imperialismo nordamericano. È il momento che ci si attivi a livello internazionale per chiedere l’esclusione di Cuba – e anche di altri paesi inseriti solo perché “ostili” al regime US, ossia Iran, Siria e Corea del Nord – da tale infausta blacklist. Ci si dimentica che Cuba non esporta il terrorismo, bensì la soliderietà: Cuba invia medici, non armi, Cuba invia insegnanti, non bombe. Lo abbiamo visto direttamente durante la Pandemia con tutte le brigate internazionali che hanno portato sostegno non solo nei paesi in via di sviluppo, ma pure in paesi altamente industrializzati come l’Italia nel momento più acuto della crisi sanitaria.