Bellinzona, 15 marzo 2025
Largo Elvezia, ore 14:30
La NATO non è un’alleanza difensiva: restiamone fuori!
La NATO è un’alleanza militare aggressiva al servizio dell’unipolarismo atlantico, che ha ripetutamente
causato guerre, “rivoluzioni colorate” e colpi di stato. Con la sua continua espansione, in particolare a
ridosso dell’area eurasiatica, è la vera responsabile dell’attuale escalation delle tensioni internazionali e del
rischio di una terza guerra mondiale. Attraverso una subdola “tattica del salame”, il Consiglio federale ci sta
portando verso un’adesione (diretta o indiretta) alla NATO e alla rottamazione della nostra neutralità. Non
solo i vincoli tecnologici dei sistemi d’arma in dotazione all’esercito svizzero ci rendono dipendenti dalla
NATO, non solo lo “Sky Shield” ci trasforma in un bersaglio per tutti i nemici degli USA, ma addirittura il
comandante dell’esercito Thomas Süssli vorrebbe spedire i nostri soldati di leva all’estero.
Mobilitiamoci per la pace e la neutralità svizzera!
Mentre in Europa si parla di richiamare i riservisti, di preparare la popolazione a un conflitto militare contro
la Russia (e domani contro la Cina?) e si fomenta una forsennata corsa agli armamenti per continuare una
guerra sanguinosa, noi sottoscritti, favorevoli invece a un mondo multipolare retto dalla cooperazione
pacifica fra nazioni sovrane e dall’amicizia fra i popoli, siamo convinti che solo una Svizzera neutrale, non
allineata e con una politica estera realmente indipendente potrà dare un contributo alla pace e alla
diplomazia.
Scendiamo quindi in piazza per rivendicare che la Svizzera:
- ribadisca la sua neutralità e la volontà di risolvere pacificamente le controversie internazionali: ciò significa anche non aderire ad alleanze militari unilaterali, non partecipare a scontri armati tra Stati terzi, non adottare sanzioni e misure coercitive non militari nei confronti di Stati belligeranti e non discriminare i ragazzi astretti al servizio civile.
- cessi ogni cooperazione militare, politica e accademica con la NATO e i suoi istituti. In particolare rinunci ad aderire allo “Sky Shield” e alla partecipazione alla “Permanent Structured Cooperation” (PESCO);
- ribadisca scrupolosamente il carattere difensivo delle forze armate e proceda al rimpatrio dei soldati attualmente all’estero in missioni NATO (come è il caso della KFOR) rivedendo anche la recente ordinanza federale sulla cooperazione militare internazionale che agevola le truppe NATO nel transitare sul nostro territorio nazionale;
- rinunci ad allentare le disposizioni che impediscono la riesportazione di materiale bellico soprattutto in paesi impegnati in guerre e vieti il finanziamento dell’industria degli armamenti (a partire dalla BNS e dalle casse pensioni).